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    LA TERZA CARTA DI YENDIS..l'ho rifatta 3 volte..si cancellava sempre!

    katrina
    katrina


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    Reputazione : 8
    Data d'iscrizione : 29.06.11

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    Messaggio  katrina Mer Dic 21, 2011 9:13 am

    L'ORCHIDEA E IL LEONE DI KATRINA




    Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
    "Che senso ha tutto questo?" Leonora se lo chiedeva spesso, anche quella mattina, mentre la catinella dell'acqua le rimandava l'immagine del suo viso. Era cresciuta con Rachele, una vecchia resa burbera dal tempo e dal dolore, che affittava due camerette ai pochi viandanti di passaggio. Col tempo Leonora aveva imparato ad amarla, era la sua unica famiglia...almeno l'unica che conoscesse. Nei suoi occhi e nei suoi sogni, il bel volto di una donna bruna, giovane e spaventata...altro non riusciva a ricordare. Da piccolina fantasticava, diceva agli altri bambini che forse era la figlia illegittima di qualche nobile, che un giorno, pentito, sarebbe venuto a cercarla e lei avrebbe vissuto in una ricca dimora, ricordandosi e aiutando tutti gli amici...Ormai aveva smesso di sognare, la dura realta' l'aveva travolta. Ma sentiva nel suo cuore una forza, una volonta' di mai cedere, una speranza...Rachele diceva che nel suo nome stava il segreto..Leonora..un leone nell'esile corpo di una fanciulla. Ma qualcos'altro la sosteneva..l'unico ricordo tangibile di sua madre, da cui non si separava mai...


    CAPITOLO 2 SEQUEL DI NADIA 75


    I suoi pensieri furono interrotti bruscamente da quanto stava succedendo nel cortile. Tentò di correre fuori ma Rachele e suo marito la bloccarono appena in tempo per evitare che diventasse il bersaglio inconsapevole di una freccia scagliata da un arciere a volto coperto e diretta mortalmente ad un crucco del Tiranno che cercava di fare del male a Sebastiano.
    Chi erano quegli uomini comparsi dal nulla, che si erano avventati senza timore contro le guardie del Tiranno? Sembravano estremamente sicuri di loro stessi, dovevano far parte di un esercito altamente qualificato. Leonora era riuscita solo ad intravedere un piccolo stemma raffigurante il profilo di un'orchidea ricamato sui mantelli...Le ricordava qualcosa che aveva gia' visto. Ma dove? Perchè era rimasta cosi' colpita da quel piccolo particolare?
    Improvvisamente si allontanò dalla finestra e salì velocemente le scale verso la sua stanza. "Dovi corri Leonora? La colazione è pronta, si fredderà se non scendi subito!..Leonora!?".Incurante del richiamo di Rachele, Leonora entro' in camera sua ed aprì un piccolo portagioie dove era custodito gelosamente l'unico ricordo lasciatole da sua madre: un piccolo ciondolo raffigurante su un verso una Madonna un rilievo e sull'altro...sì, proprio un profilo di orchidea esattamente identico a quello ricamato! Non poteva essere solo una coincidenza! pensò tra sè e sè Leonora stringendo sul suo petto il piccolo ciondolo...e con rinnovato entusiasmo e determinazione scese a fare colazione.



    CAPITOLO 3 DI KAT


    D’istinto pero' aveva nascosto nel corsetto l’altra testimonianza di sua madre: uno stiletto sottile e affilatissimo, sulla cui elsa era incisa…un’orchidea! Solo adesso la notava. Di sotto i due crucchi superstiti stavano ancora brutalmente interrogando Sebastiano. Per fortuna, erano stati tutti colti di sorpresa dai misteriosi arcieri, apparsi e spariti come fulmini sui loro destrieri, e questo scagionava Rachele e gli altri. I crucchi caricarono il cadavere del compagno sul cavallo e se ne andarono, preoccupati della reazione del Tiranno. Rachele e il marito, servendo la colazione, si scambiarono un'occhiata d'intesa, ma nè Sebastiano, impegnato a ripulirsi dal fango, nè Leonora se ne accorsero. Lei aveva bisogno di risposte, forse c'era una persona che poteva aiutarla. Corse verso il bosco, guidata da un sottile lingua di fumo. La capanna di Keyra era lì', all'inizio del boschetto di querce, defilata dal resto del villaggio. Keyra veniva dal Nord, l'ultimo dei regni conquistati dal Tiranno. Aveva pochi anni più di Leonora, ma una grande saggezza e una mente brillante. Tutti la consideravano una strega, ma era una brava guaritrice, sempre disposta ad aiutare senza nulla chiedere, e quindi l'avevano accettata. Si dice che persino il Tiranno fosse ricorso con successo ai suoi intrugli d'erbe per una brutta febbre.
    Leonora entrò di corsa e si bloccò. Keyra non era sola. Una massa di riccioli rossi era china sul letto dove giaceva, prono, un giovane. Senza voltarsi la salutò
    "Leo, benvenuta! lui è Brogan, viene dal Nord come me. Si è ribellato ai crucchi ed è stato crudelmente frustato. Sta cercando di tornare a Thirakitan, ma non può fuggire in queste condizioni, ha bisogno di protezione."
    Il Nord, l'ultima sacca di resistenza al Tiranno, quante volte Leonora, senza capire il perché, aveva sentito il bisogno, l'urgenza di andarci. Forse il suo sogno poteva ora realizzarsi, era un segno del destino?
    "Keyra, lo nasconderemo noi, sarà' al sicuro!". L’uomo rispose flebilmente “Grazie”, lanciando un’occhiata impercettibile, ma Keyra colse qualcosa che non le piaceva in quegli occhi.
    “Keyra, sapessi che è successo, l’orchidea..”
    “Leonora, ti pare il momento di parlare di botanica? Dobbiamo mettere in salvo Brogan” la zittì Keyra, e di nascosto, le parlò nell’antica lingua dei segni.
    Era ancora in uso solo presso i popoli del Nord, ma Keyra l’aveva insegnata a Leonora, cosi’ potevano spettegolare liberamente quando giravano per il mercato del villaggio.
    Ora servì a manifestare tutti i dubbi su Brogan….
    Non mi fido di lui, mentre lo spogliavo per medicarlo, ho notato un tatuaggio che ho gia’ visto su un crucco e poi i suoi occhi...mi sbaglierò ma non scopriamoci, soprattutto non parlare di orchidee con lui, e stai attenta, state tutti attenti”.Leonora annuì. Anche stavolta non sarebbe riuscita a scoprire nulla del suo passato, ed era stata troppo impulsiva, accidenti al suo carattere!
    Dopo le cure, Leonora si avviò verso casa sorreggendo Brogan che continuava a ripetere “Grazie, mia dolce damigella, te ne sarò sempre grato!”. Keyra li osservava sulla soglia.
    Appena fuori dalla portata del suo sguardo, però… la sorpresa. Brogan smise di strascicare i piedi e si avventò su Leonora cercando di immobilizzarla.
    “Piccola bastarda, finalmente ti ho trovato, il Tiranno mi coprirà’ d’oro!”
    Fu un attimo…poi uno sguardo stupito, incredulo.
    Brogan si accasciò, lo stiletto conficcato dritto nel cuore. Leonora era attonita: aveva reagito con uno scatto felino, non sapeva come, l’aveva.. sentito dentro…una voce che ora le diceva di recuperare l’arma e nascondere il corpo, con l’aiuto di Keyra, e...
    “Ora sei davvero nei guai!”

    CAPITOLO 4 LA TERZA CARTA DI YENDIS
    Le peripezie si moltiplicano, i rischi pure. Il nostro eroe deve fare una scelta

    Ancora paralizzata da da un misto di terrore, e stranamente coraggio e orgoglio, Leonora sentì la presenza di Keyra alle sue spalle accorsa trafelata,con il fiatone.
    "Forse sono davvero una strega, me lo sentivo che non c'era da fidarsi!"
    "Keyra come fai a scherzare ora, ho ucciso un uomo! E...non so neanche come ho fatto!" e le riferì le parole di Brogan.
    "Il Tiranno ti cerca, di sicuro questo era un viscido cacciatore di taglie, ha avuto cio' che meritava"
    "Ma perchè Keyra? Che puo' volere un Signore così potente da un'umile aiuto affittacamere?"
    L'agitazione impedi' a Leonora di cogliere una strana espressione sul volto dell'amica, solo per un'impercettibile istante.
    "Non lo so Leo, ma ora devi fuggire, il piu' lontano possibile.Qui sei in pericolo, non puoi più fidarti di nessuno!" e proseguì nell'antica lingua dei segni:
    "Vai al Nord al villaggio di Celalid, cerca Fearchar, significa colui che è molto caro, e mi e' davvero caro, di lui ti puoi fidare. La' troverai le risposte che cerchi, ma stai attenta e prendi questo" disse porgedole un sacco. Dentro c'erano alcune provviste, una mappa, un mantello e alcuni abiti maschili.
    "Presto Leo, non c'e' tempo da perdere, indossa questi abiti, se il Tiranno cerca una fanciulla, i suoi sgherri non faranno caso ad un ragazzo straccione. Qui ci penso io a fare "pulizia". E tieni questo, potrebbe salvarti la vita" disse Keyra mettendole in mano un anello sigillo con una testa di leone.
    L'abbraccio che seguì scatenò un'ondata di emozioni in Leonora. La paura dell'ignoto che la attendeva e la tristezza di lasciare una vita grama, sì, ma tranquilla, l'attanagliavano. E allo stesso tempo sentiva una forte attrazione verso un destino piu' grande, forse tragico, ma era il suo destino, non poteva fuggirgli!
    "Va, e che la fortuna ti assista, amica mia!" la voce di Keyra tremava dalla commozione
    "Ritornero', Keyra, lo giuro!"
    "Lo so. Sei un'orchidea, ma sei anche un leone".
    Leonora non ebbe il tempo di meditare sulla sibillina frase dell'amica. In lontanaza si udivano dei cavalli al galoppo.
    Si infilo' lesta nel bosco. Gli alberi all'inizio erano radi e lei riusci' a scorgere la sua casa. Un groppo le chiuse la gola, e a stento riusci' a trattenere le lacrime, forse non avrebbe piu' rivisto i suoi cari. Nulla sarebbe piu' stato come prima...
    Si mise a correre all'impazzata, per non pensare, fermandosi solo per controllare di non essere seguita. Tutto pareva tranquillo. La mattinata era ventosa, come sempre nella valle, il sole splendeva, ma i raggi che filtravano tra i rami non riuscivano a scaldare il suo cuore.
    "Fatti forza e corri" le diceva la solita vecchia voce interiore, che adesso le pareva estranea...continuo' a correre, ma ora le lacrime le rigavano il volto.
    E cosi' non la vide. Una sottile corda tra due tronchi, un tranello.
    Fini' rovinosamente gambe all'aria e in meno di un battito di ciglia, due loschi figuri le bloccarono le braccia a terra con i loro piedi. Due briganti ! Stracciati e sporchi, ma decisamente determinati!
    Leonora ne aveva sentito parlare, infestavano il bosco e rapinavano i viaggiatori. Nemmeno i crucchi del Tiranno erano mai riusciti ad avere la meglio su di loro. Erano furbi e conoscevano il bosco come le loro tasche.
    "Ehi giovanotto, dove vai cosi' di fretta? Ah perdona, Messere, prima le buone maniere! Mi presento, io sono Finestra e lui e' il Guercio..per via del suo occhio storto, ma non glielo ricordare, e' molto permaloso!" e giu' una risata che giustificava a pieno il suo soprannome.
    "Gia' ragazzo, non lo sai che il bosco e' nostro? - fece il Guercio strizzando l'occhio buono- ma noi siamo moooooolto generosi! Dietro un piccolissimo obolo, concediamo il passaggio a chiunque, specie a chi sembra avere una certa fretta!!".
    "Ma io non ho nulla!" Leonora si sforzo' di fare la voce piu' maschile che poteva.
    "Ah Ah Ah! Piccolo bugiardo, fanno bene a cercarti i crucchi, perche' stai fuggenodo dagli sgherri del Tiranno, vero? E questo cos'e'?" l'occhio esperto di Finestra aveva gia' notato il ciondolo con l'orchidea.
    E ancora qualcosa scatto' nella mente di Leonora, inconsapevole, ma certa che avrebbe difeso quel simbolo fino alla morte. Per molto tempo ancora non avrebbe capito la sua reazione: con una mossa rapidissima, sferro' un calcio..nelle parti nemo nobili di Finestra, che si piego' in due dal dolore imprecando.
    "Maledetto moccioso, ti ammazzo!" Il Guercio si avvento' su di lei brandendo un coltellaccio, ma Leonora lo schivo' riuscendo ad assestargli un pugno nello stomaco, e sguaino' lo stiletto, pronta al contrattacco.
    Non si accorse che Finestra si era ripreso e stava per colpirla alle spalle con la sua lama.
    In quell'istante un sibilo attraverso' l'aria e il coltello di Finestra volo' via, lasciando tutti paralizzati per la sorpresa.
    Due arcieri a volto coperto. Gli stessi che avevano difeso Sebastiano, gli stessi che indossavano un mantello con lo stemma dell'orchidea.
    Leonora rimase impietrita, mentre i due briganti si davano alla fuga.
    Gli sconosciuti li lasciarono andare.
    "Siete ferita, mia Signora?" Ma il travestimento non li aveva ingannati?
    "Chi siete, che volete da me?". L'inquietudine di Leonora contrastava con il senso di fiducia che quei due le ispiravano.
    "Vi spiegheremo tutto strada facendo. Dobbiamo fuggire al Nord, da Fearchar, non c'e' un minuto da perdere, io sono Sean e lui e' Kalian, prendete questa spada e questo mantello, fara'freddo al Nord. I cavalli ci aspettano qui dietro, nella radura." e si tolsero il cappuccio.
    Erano gemelli identici. Biondi, belli, intensi occhi verdi, espressione forte e franca, ma Leonora non si fece distrarre dalla loro avvenenza.
    "Mi avete salvato la vita, e ve ne sono grata, ma io non so chi siete, come faccio a fidarmi di voi? Chi mi dice che non mi consegnerete al Tiranno, che mi cerca e non so nemmeno perche'?"
    "Non temete, Leonora. Noi siamo soldati, non abbiamo tutte le risposte che cercate. Ma mi e' detto di dirvi che Neilina vi vuole vedere" disse Kalian.
    A sentire quel nome, Leonora fu un'altra volta catturata da quel vortice di sensazioni e vaghi ricordi che ormai la coglieva spesso...Perche' non c'era un barlume di chiarezza nella sua mente confusa?
    Non era tempo di domande, ora. Era tempo di decisioni.
    Mise laspada sulla schiena, strinse la cinghia e si butto' il mantello sulle spalle.
    "Andiamo, miei Signori!"

      La data/ora di oggi è Lun Lug 01, 2024 7:31 am