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    il mondo d Alice - 3° carta

    nadia75
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    il mondo d Alice - 3° carta Empty il mondo d Alice - 3° carta

    Messaggio  nadia75 Gio Dic 15, 2011 1:36 am

    Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
    Nonostante sapeva che il Tiranno non avrebbe mai apprezzato il suo lavoro ogni mattina Alice si svegliava al sorgere del sole, prima di tutti gli altri coltivatori perche' era in quei pochi attimi che riusciva ad assaporare gli odori, i colori della campagna. In quei pochi momenti si sentiva la regina di quel regno in cui era nata e cresciuta: si soffermava ad osservare i fiori appena sbocciati e gli uccelli si venivano a posare fiduciosi sul palmo della sua mano. Passeggiando pensava alla sua vita e ai suoi compagni di lavoro...Rachele e suo marito, il loro volto segnato dalla fatica e dal sacrificio che la campagna provoca, Leonora la loro quasi figlia con i suoi sogni e desideri di scoprire la sua vera identita'e il suo misterioso passato, Sebastiano con quel viso simpatico, burlone tanto impacciato quanto sensibile, l'apparente presenza autoritaria di Isabella e Giovanni cosi' comprensibilmente scontroso e solitario. Alla fine erano una famiglia, strana ma ben amalgamata. Tutte le mattina si sedeva qualche minuto sotto un Ulivo secolare con una semplice vecchia chitarra scordata improvvisando una melodia. Quella mattina pero' mentre si avvicinava si accorse di non essere sola....

    Cameo di Katrina

    ….Qualcuno la osservava, ma non era una sensazione di pericolo e non si allarmò. Si sedette sotto all'ulivo e iniziò a strimpellare un dolce motivo, antico e triste, mentre scrutava con sguardo attento in mezzo alle frasche ingiallite, finche' li vide..due occhi attenti e spaventati, di un intenso color cielo, che la fissavano.
    "Chi sei,? Esci fuori, ti ho visto!"
    Con circospezione lui uscì. Un ragazzo più o meno della sua eta'. Alto, muscoloso ma magrissimo, con una zazzera di capelli biondi arruffati, sporco e stracciato.
    Alice pensò che fosse l'essere più bello che avesse mai visto, ed al contempo sentì una grande pietà per il suo stato.
    Stranamente entrambi sentivano di potersi fidare l'uno dell'altra.
    "Perdonami, non ti volevo spaventare. Mi chiamo Brendan. Sono uno schiavo, fuggito dalle miniere del Tiranno. Volevo solo trovare un pò di cibo e poi dirigermi al Nord, dalla mia gente, a Thirakitan.
    Alice conosceva la storia. Nelle lunghe sere invernali, durante le veglie intorno al fuoco, gli anziani raccontavano spesso dei Popoli del Nord, grandi alleati di re Rofradio, un'epoca di pace e prosperità. Poi il Tiranno aveva usurpato il trono, e dopo aver conquistato il Sud, aveva attaccato gli antichi alleati nella sua folle corsa al potere.
    I Popoli del Nord erano formidabili guerrieri , ma le armi del Tiranno, corruzione e tradimento, li avevano infine sconfitti.
    La vendetta fu atroce. Tutti i re e i nobili passati per le armi, la popolazione ridotta in schiavitù. Si narrava che una Resistenza si stesse organizzando, ma pochi ci credevano.
    Un' antica leggenda diceva che la pace perduta sarebbe tornata grazie alla Stella Polare...il Nord?
    Tuttavia fu piuttosto una percezione di fiducia, empatia e..chissa cosa, che fece rispondere Alice di impulso.
    "Non se ne parla neanche! In questo stato non faresti un miglio! Vieni, sei tra amici! Potrai riposarti e nutrirti al sicuro. Ripartirai appena sarai in forze. Io sono Alice...che strano il tuo nome!"
    "E' ironico, nella mia lingua vuol dire Principe..." .


    2° carta: l'eroe/gli eroi trova/no un amico che li aiuta e un falso amico che se li vuole in.chi.ap...(ehehe qua non ci censureranno troppo, spero!)all'inizio non sanno bene distinguere chi e' il buono dal fetente, ma poi...

    …Alice li guardò con curiosità mista a simpatia. Oggi sarebbe stata una giornata diversa, lo sentiva. Iniziarono a percorrere fianco a fianco il tragitto che riportava al villaggio, con la testa piena di domande da fare al suo nuovo amico Brendam, a partire dalle origini del suo nome…
    “Alice!!! Finalmente, ma dove eri finita?”
    I suoi pensieri vennero improvvisamente interrotti dal richiamo di Enrich, suo compagno di giochi ed avventure sin da bambini, che da pochissimo tempo si era segretamente innamorato di lei.
    “Enrich, ciao!!! Mi stavi cercando? Cosa succede? Stavo tornando dalla mia solita passeggiata mattutina e, ehm…penso di aver perso la cognizione del tempo e…”
    “E tu chi sei?” La interruppe Enrich, rivolgendosi a Brendam
    “…ecco….lui è il motivo del mio ritardo. Si chiama Brendam, abitante di Tirakitan, fuggito miracolosamente dalle miniere del Tiranno. Ha bisogno di riposare e mangiare qualc…”
    Non riuscì a terminare il discorso che Enrich continuò:”Alice, io mi sono tremendamente preoccupato per te e tu stai qui in compagnia di uno sconosciuto?!
    Chiamato in causa Brendam tentò di spiegare ad Enrich chi fosse e perché si trovasse lì ma Enrich , scuotendo la testa, quasi irriconoscibile nel tono e nello sguardo replicò:” Alice, mi stupisco della tua ingenuità, oggi hanno tentato di aggredire Sebastiano; non credi che questo sconosciuto possa essere un uomo di fiducia del Tiranno, assoldato per guadagnare la tua fiducia?!”
    Mentre parlava si avvicinò minacciosamente a Brendam, lo strattonò con forza e lo immobilizzò. Brendam cercò di opporsi ma era troppo debole e rinunciò miseramente.
    Alice inizialmente non si oppose, assorta com’era nei suoi pensieri: …e se Enrich avesse avuto ragione? In fondo non sapeva nulla di Brendam, in più quello che era successo a Sebastiano era terribile…I due fatti potevano essere collegati! Ma come aveva fatto ad essere così ingenua!!!
    “E’ deciso, lo porteremo al villaggio dagli altri e decideremo insieme la sua sorte!” annunciò fiero Enrich
    “Alice, ti prego” implorò Brendam debolmente “non credere a quello parole, non sono vere…io non sono il nemico! Fidati di me, non ti deluderò…aiutami, ti racconterò tutta la mia storia, non lasciare che mi imprigionino ancora…Ti chiedo solo di avere fiducia in me…”
    Alice era davvero combattuta tra l’affetto profondo che provava per Enrich e il sentimento istintivo di simpatia e curiosità provato per Brendam. Il suo sguardo penetrante azzurro cielo, quel tono di voce profondo e rassicurante….poteva davvero mentire?
    All’altezza del bivio per il villaggio, seppure a malincuore, guardò la sua vecchia ma cara chitarra strinse più forte il manico e con rinnovata determinazione alzò lo sguardo cercando la complicità di Brendam…ora sapeva cosa doveva fare, Enrich avrebbe capito, l’avrebbe perdonata, in fondo era per una giusta causa….


    3°carta

    Alice non si aspettava certo che la sua vecchia chitarra potesse produrre un rumore tanto sordo sul capo del suo "amico" Enrich...poteva derivare dalla sua estrema cocciutaggine, forse...Comunque il colpo assestato ad Enrich lo tramortì quel tanto necessario ai nostri due amici per imboccare il sentiero che conduceva al bosco. Iniziarono a correre a perdifiato in mezzo alla radura, cercando di mantenere quanto piu' possibile il vantaggio su Enrich, che una volta ripresosi dal colpo avrebbe sicuramente radunato gli uomini del villaggio per dare loro la caccia.
    Dove sarrebbero andati? L'idea iniziale di Alice, ora non era più percorribile..non poteva andare a casa ma nonostante tutto guardando Brendan oramai stremato decise di fermarsi.
    "Alice, non possiamo fermarci, dobbiamo scappare e trovare un rifugio. Io non voglio essere rinchiuso un'altra volta...non potrei resistere...io..."
    Non fece in tempo a completare la frase che improvvisamente una freccia si conficcò nel tronco dell'albero di fronte.
    "Ah! Cosa succede?" esclamò impaurita Alice mentre Brendan prontamente la trascinò dietro un cespuglio in attesa di capire da dove provenisse la freccia...Non fu necessario, sentendosi osservati si voltarono e si trovarono di fronte un paio di ragazzotti in attesa armati di arco...
    Sarebbe stata una giornata diversa oggi? Così aveva pensato tra sè e sè Alice poco prima. Ora però iniziava ad avere paura, si sentiva in pericolo.
    "Chi siete? Cosa volete?" domandò Alice tradendo una finta spavalderia
    "Le facciamo noi le domande qui, dato che siete voi due ad essere degli intrusi...Comincia tu, giovane donna" chiese uno dei due ragazzi.
    "Io sono Alice, sono nata e cresciuta nel villaggio qui vicino, lui è Brendan abitante del Nord, scampato miracolosamente alla prigionia del Tiranno"
    "Chi ci dice che non siate due spie mandate proprio dal Tiranno invece..." replicò il ragazzo
    "No" lo interruppe Brendan "avvicinatevi e guardate qui". Mentre diceva questo uscì dal cespuglio , scoprendo il braccio destro e mostrando delle profonde cicatrici che lasciarono senza parole Alice e Turbati i due ragazzi "Questi segni mi sono stati fatti dai guardiani delle miniere del Tiranno che vigilavano sul nostro lavoro tutto il giorno..."
    "Io sono Flick" si presentò il piu' robusto dei due ragazzi interrompendo il racconto di Brendan "e lui è mio fratello Flock. Quelle cicatrici le conosciamo bene. Anni fa siamo stati rinchiusi nelle galere del Castello, ma grazie ad una distrazione delle guardie siamo riusciti a scappare rifugiandoci qui.Non siamo soli: tutti coloro che sono riusciti a scappare dalle violenze del Tiranno sono qui nel bosco. Da allora il nostro pensiero fisso è come vendicarci del..."
    Il suo discorso fu interrotto bruscamente dal transito di una carrozza che i due ragazzi conoscevano molto bene... Fecero appena in tempo a nascondersi tra le macchie. Per fortuna! La carrozza guidata dai Bruti del Tiranno si dirigeva di gran carriera verso il Castello. Velocemente Alice intravide un uomo che conosceva molto bene, che cercava di divincolarsi...Sebastiano!!! Era stato catturato, ma perchè? Alice soffocò un grido.Non appena la carrozza si allontanò afferrò decisa le mani di Brendan e di Flick ed esclamò: "Dobbiamo liberarlo! Sebastiano è in pericolo!"
    I tre uomini si guardarono annuendo: non c'era più tempo da perdere, l'ora della vendetta era giunta....i rischi sarebbero stati tanti ma erano uniti...e questo era importante, insieme avrebbero avuto una chance in più...

      La data/ora di oggi è Sab Nov 23, 2024 1:25 am