Capitolo 1 di JTKIRK
Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
Giovanni guardava i suoi strumenti di lavoro... Una falce, una vanga, una zappa ed il basto per i buoi con l'aratro. Pensò a come questi strumenti che trasformavano il lavoro dell'uomo in frutti, in ricchezza, benessere, potessero anche essere usati per distruggere ed uccidere.
Rabbia, ora solo quel sentimento riusciva a scuoterlo.
Non c'era più l'amore, non c'era più la compassione. Da quando la moglie ed il figlio erano stati uccisi dai soldati del tiranno, lui provava solo odio e rabbia
Capitolo 2 di JTKIRK
Giovanni si diresse verso il campo da arare. Improvvisamente la sua attenzione fu catturata da uno strano luccichio proveniente dal terreno. Si avvicinò a quella che sembrava una sfera di metallo fumante.
Impugnò la vanga e la sollevò sopra la sua testa. Lentamente si portò ad un passo da quello strano oggetto.
Qualcosa si mosse dalla superficie della sfera. Quello che sembrava uno sportello, lentamente si sollevò.
Una piccola figura grigia sollevò una esile mano dal portello.
"Chi sei! Cosa ci fai nel mio campo!" gridò Giovanni brandendo la vanga
"Aiutami..." una voce gli parlò direttamente nella testa. Spaventato Giovanni spalancò la bocca ma non uscì alcun suono.
"Aiutami... Ti prego. Portami in un luogo sicuro. Per favore"
Giovanni restò immobile. Per la prima volta dopo tanto tempo provò compassione. Raccolse la sfera con entrambe le mani e la caricò sul carretto. Poi prese la strada di casa, deciso a nascondere la sfera ed il suo piccolo passeggero nel capanno degli attrezzi.
"Grazie" disse la vocina nella testa, "saprò ripagarti del tuo aiuto", "ci vorrebbe un miracolo piccolo amico..." disse Giovanni". "I miracoli avvengono, basta saperli creare" rispose la vocina.
Mentre apriva la porta del capanno, sentì un rumore di passi sul selciato. Si voltò coprendo di fretta la sfera con il sacco di juta.
"Ciao Giovanni!" gli fece Nicola, il suo vicino di podere, "come mai non sei ancora sui campi? Il sole é già abbastanza alto nel cielo". "nemmeno tu sei al lavoro..." rispose Giovanni. "che cosa porti nella rimessa?" continuò Nicola, "forse ti occorre aiuto?". "No non ti preoccupare. Torno subito al campo" e così dicendo spinse il carretto nella rimessa e richiuse bene la porta dirigendosi nuovamente al lavoro.
"Grazie amico... " sussurrò la voce nella sua testa.
il "cameo" di GuitarClaudio
"Uff, che palle!" sbuffò spazientito Johnny davanti alla tv, stravaccato sul divano e morto di noia, mentre guardava il primo episodio de "L'alba di domani" convinto dal bombardamento mediatico della massiccia campagna di lancio della fiction.
"Muori, Giovanni: psciuuuummm!!!" esclamò facendo il verso di un raggio laser, mentre con un gesto plateale di braccio e telecomando spegneva bruscamente la tv. Il monitor si oscurò di botto, lasciando solo un piccolo puntino bianco al centro del televisore, che via via diventava sempre più piccolo, fino a sparire del tutto con un inconsueto rumore di risucchio che Johnny lì per lì classificò come normale.
E ora? Aveva il pomeriggio e la casa a disposizione, visto che i suoi erano usciti a sbrigare non ricordava bene cosa, ma lui di questa improvvisa ed inaspettata libertà proprio non sapeva che farsene. Velocemente archiviata la speranza di passare una mezz'oretta alla tv, giocherellò un po' col suo iPhone, gettandolo con malcelata grazia sul divano solo pochi secondi dopo. Di intrigarsi delle facebookiane faccende altrui proprio non ne aveva voglia, valutò quindi l'ipotesi di fare un po' di skate per strada, anche se la mattinata era stata uggiosa. Chissà, forse le nuvole erano state sopraffatte dal sole, o forse il vento, che ora sentiva soffiare con vigore, aveva spazzato via il maltempo. Fece per scostare la tenda, e quel che vide lo lasciò basito. Non c'era il residence, non c'erano i palazzi, il cortile, le strade, tutto quello che faceva parte del paesaggio consueto dal suo appartamento al piano terra. Al loro posto, una vasta distesa di campi coltivati alternati a erba verdissima, punteggiata qua e la da modeste casette molto malmesse, ognuna col suo orticello attorno. In lontananza, nella parte alta di quella che sembrava una gigantesca vallata, un enorme castello medievale si stagliava tetro contro il cielo pomeridiano.
"Ma cosa cazz..." Johnny era sgomento. Dapprima pensò ad un scherzo. Ma uno scherzo di chi? No, impossibile. Poi si convinse che aveva avuto una visione.
"Ora chiudo gli occhi, e quando li riapro tutto torna come prima, tutto torna come prima, come prima". Strizzava forte forte le palpebre come a cancellare il panorama che fino a pochi secondi prima gli aveva riempito la vista, ed ora non aveva il coraggio di riaprirle. "Giuro che smetto di drinkare limoncello di nascosto dopo pranzo, lo giuro! Ora però apro gli occhi e tutto torna a posto, sono solo un po’ ubriaco...". Riaprì piano piano gli occhi, e quando riuscì a mettere nuovamente a fuoco, si accorse che la valle era sempre lì davanti ai suoi occhi.
"Oh, no, cazzo cazzo cazzissimo!"
Si portò le mani alla testa, si tirò i capelli e cominciò a schiaffeggiarsi, con l'unico risultato di diventare paonazzo. Andò in bagno e mise la faccia sotto l'acqua gelida per un tempo che gli sembrò interminabile. Poi, ancora fradicio, si avvicinò alla finestrella del bagno con i vetri opachi, che aprì con cautela, temendo ciò che si poteva celare dietro. Campi di grano, colline verdi, e quel maledetto castello.
Corse alla finestra dall'altro lato della casa e scostò le tende di botto: verde a perdita d'occhio.
"Cos'è, un incubo cromatico? Cazzo, cazzo, cazzissimo!" e corse fuori casa a constatare di persona. La sua ingenua mente di ragazzino si illudeva che la causa di tutta quella follia fosse da addebitarsi a quel bicchierino di limoncello ghiacciato che si era tracannato di nascosto, e sperava sempre che i suoi sensi, annebbiati dall'alcool e dalla noia, gli stessero giocando un brutto tiro. Aprì l'uscio di casa e si ritrovò in mezzo ad una tempesta di vento, i piedi che calpestavano l'erba verdissima, più reale di qualsiasi altra cosa su cui avesse mai camminato. Un botto alle sue spalle lo fece sobbalzare.
"Oh no, la porta! Sono rimasto chiuso fuori!" disse tastandosi le tasche dei jeans giusto per confermare quello che temeva: non aveva le chiavi addosso. Ma quando si girò verso l’entrata di casa sua per poco perse i sensi. Il palazzo non esisteva più. C'era solo una rimessa, ed accanto quattro mura che a stento si tenevano in piedi. E la cosa più assurda, più folle, era che tutto quello che vedeva gli sembrava essere un fortissimo deja vu. Quel posto lui l'aveva visto, ma dove? Quando realizzò, cominciò a sudare freddo: in tv, solo pochi minuti prima, in quella pallosissima fiction!
Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
Giovanni guardava i suoi strumenti di lavoro... Una falce, una vanga, una zappa ed il basto per i buoi con l'aratro. Pensò a come questi strumenti che trasformavano il lavoro dell'uomo in frutti, in ricchezza, benessere, potessero anche essere usati per distruggere ed uccidere.
Rabbia, ora solo quel sentimento riusciva a scuoterlo.
Non c'era più l'amore, non c'era più la compassione. Da quando la moglie ed il figlio erano stati uccisi dai soldati del tiranno, lui provava solo odio e rabbia
Capitolo 2 di JTKIRK
Giovanni si diresse verso il campo da arare. Improvvisamente la sua attenzione fu catturata da uno strano luccichio proveniente dal terreno. Si avvicinò a quella che sembrava una sfera di metallo fumante.
Impugnò la vanga e la sollevò sopra la sua testa. Lentamente si portò ad un passo da quello strano oggetto.
Qualcosa si mosse dalla superficie della sfera. Quello che sembrava uno sportello, lentamente si sollevò.
Una piccola figura grigia sollevò una esile mano dal portello.
"Chi sei! Cosa ci fai nel mio campo!" gridò Giovanni brandendo la vanga
"Aiutami..." una voce gli parlò direttamente nella testa. Spaventato Giovanni spalancò la bocca ma non uscì alcun suono.
"Aiutami... Ti prego. Portami in un luogo sicuro. Per favore"
Giovanni restò immobile. Per la prima volta dopo tanto tempo provò compassione. Raccolse la sfera con entrambe le mani e la caricò sul carretto. Poi prese la strada di casa, deciso a nascondere la sfera ed il suo piccolo passeggero nel capanno degli attrezzi.
"Grazie" disse la vocina nella testa, "saprò ripagarti del tuo aiuto", "ci vorrebbe un miracolo piccolo amico..." disse Giovanni". "I miracoli avvengono, basta saperli creare" rispose la vocina.
Mentre apriva la porta del capanno, sentì un rumore di passi sul selciato. Si voltò coprendo di fretta la sfera con il sacco di juta.
"Ciao Giovanni!" gli fece Nicola, il suo vicino di podere, "come mai non sei ancora sui campi? Il sole é già abbastanza alto nel cielo". "nemmeno tu sei al lavoro..." rispose Giovanni. "che cosa porti nella rimessa?" continuò Nicola, "forse ti occorre aiuto?". "No non ti preoccupare. Torno subito al campo" e così dicendo spinse il carretto nella rimessa e richiuse bene la porta dirigendosi nuovamente al lavoro.
"Grazie amico... " sussurrò la voce nella sua testa.
il "cameo" di GuitarClaudio
"Uff, che palle!" sbuffò spazientito Johnny davanti alla tv, stravaccato sul divano e morto di noia, mentre guardava il primo episodio de "L'alba di domani" convinto dal bombardamento mediatico della massiccia campagna di lancio della fiction.
"Muori, Giovanni: psciuuuummm!!!" esclamò facendo il verso di un raggio laser, mentre con un gesto plateale di braccio e telecomando spegneva bruscamente la tv. Il monitor si oscurò di botto, lasciando solo un piccolo puntino bianco al centro del televisore, che via via diventava sempre più piccolo, fino a sparire del tutto con un inconsueto rumore di risucchio che Johnny lì per lì classificò come normale.
E ora? Aveva il pomeriggio e la casa a disposizione, visto che i suoi erano usciti a sbrigare non ricordava bene cosa, ma lui di questa improvvisa ed inaspettata libertà proprio non sapeva che farsene. Velocemente archiviata la speranza di passare una mezz'oretta alla tv, giocherellò un po' col suo iPhone, gettandolo con malcelata grazia sul divano solo pochi secondi dopo. Di intrigarsi delle facebookiane faccende altrui proprio non ne aveva voglia, valutò quindi l'ipotesi di fare un po' di skate per strada, anche se la mattinata era stata uggiosa. Chissà, forse le nuvole erano state sopraffatte dal sole, o forse il vento, che ora sentiva soffiare con vigore, aveva spazzato via il maltempo. Fece per scostare la tenda, e quel che vide lo lasciò basito. Non c'era il residence, non c'erano i palazzi, il cortile, le strade, tutto quello che faceva parte del paesaggio consueto dal suo appartamento al piano terra. Al loro posto, una vasta distesa di campi coltivati alternati a erba verdissima, punteggiata qua e la da modeste casette molto malmesse, ognuna col suo orticello attorno. In lontananza, nella parte alta di quella che sembrava una gigantesca vallata, un enorme castello medievale si stagliava tetro contro il cielo pomeridiano.
"Ma cosa cazz..." Johnny era sgomento. Dapprima pensò ad un scherzo. Ma uno scherzo di chi? No, impossibile. Poi si convinse che aveva avuto una visione.
"Ora chiudo gli occhi, e quando li riapro tutto torna come prima, tutto torna come prima, come prima". Strizzava forte forte le palpebre come a cancellare il panorama che fino a pochi secondi prima gli aveva riempito la vista, ed ora non aveva il coraggio di riaprirle. "Giuro che smetto di drinkare limoncello di nascosto dopo pranzo, lo giuro! Ora però apro gli occhi e tutto torna a posto, sono solo un po’ ubriaco...". Riaprì piano piano gli occhi, e quando riuscì a mettere nuovamente a fuoco, si accorse che la valle era sempre lì davanti ai suoi occhi.
"Oh, no, cazzo cazzo cazzissimo!"
Si portò le mani alla testa, si tirò i capelli e cominciò a schiaffeggiarsi, con l'unico risultato di diventare paonazzo. Andò in bagno e mise la faccia sotto l'acqua gelida per un tempo che gli sembrò interminabile. Poi, ancora fradicio, si avvicinò alla finestrella del bagno con i vetri opachi, che aprì con cautela, temendo ciò che si poteva celare dietro. Campi di grano, colline verdi, e quel maledetto castello.
Corse alla finestra dall'altro lato della casa e scostò le tende di botto: verde a perdita d'occhio.
"Cos'è, un incubo cromatico? Cazzo, cazzo, cazzissimo!" e corse fuori casa a constatare di persona. La sua ingenua mente di ragazzino si illudeva che la causa di tutta quella follia fosse da addebitarsi a quel bicchierino di limoncello ghiacciato che si era tracannato di nascosto, e sperava sempre che i suoi sensi, annebbiati dall'alcool e dalla noia, gli stessero giocando un brutto tiro. Aprì l'uscio di casa e si ritrovò in mezzo ad una tempesta di vento, i piedi che calpestavano l'erba verdissima, più reale di qualsiasi altra cosa su cui avesse mai camminato. Un botto alle sue spalle lo fece sobbalzare.
"Oh no, la porta! Sono rimasto chiuso fuori!" disse tastandosi le tasche dei jeans giusto per confermare quello che temeva: non aveva le chiavi addosso. Ma quando si girò verso l’entrata di casa sua per poco perse i sensi. Il palazzo non esisteva più. C'era solo una rimessa, ed accanto quattro mura che a stento si tenevano in piedi. E la cosa più assurda, più folle, era che tutto quello che vedeva gli sembrava essere un fortissimo deja vu. Quel posto lui l'aveva visto, ma dove? Quando realizzò, cominciò a sudare freddo: in tv, solo pochi minuti prima, in quella pallosissima fiction!
Mar Gen 07, 2014 2:55 pm Da CORRY
» HOLIDAYS IN THE TIME OF CRISIS
Mar Ago 27, 2013 3:37 pm Da CORRY
» DESPERATELY SEEKING SISSI' !!!!
Mer Apr 03, 2013 4:07 pm Da Il Terrore dei Sette Mari
» FILASTROCCHE
Mar Mar 12, 2013 12:11 am Da chihiro
» CORRY HA VO-TA-TO !
Gio Mar 07, 2013 9:02 am Da CORRY
» FAVOLESCION SPAZIALE
Mar Gen 29, 2013 3:39 pm Da katrina
» A VOLTE RITORNANO .....
Mar Gen 29, 2013 10:45 am Da JTKIRK
» FINALE N2 MEGLIO TARDI CHE MAI!!!!!!!!!!!!
Lun Nov 12, 2012 1:16 pm Da katrina
» MR CROCODILE CORRY ! PART SIX
Ven Set 21, 2012 2:03 pm Da katrina