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    Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio - capitolo 2 di Chihiro

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    chihiro


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    Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio  - capitolo 2 di Chihiro Empty Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio - capitolo 2 di Chihiro

    Messaggio  chihiro Lun Nov 28, 2011 1:51 pm

    Ringriaziamenti
    Un doveroso omaggio alle minchiate che, indigene, popolano stabilmente il mio pensiero: senza di loro tutto questo non sarebbe mai stato scritto (e forse, dirà qualcuno dopo aver attentamente letto, sarebbe stato pure mejo).

    Narrando della favola di Messer Allocco

    Come tutte le favole che si rispettino, comincerò a raccontare la mia storia – anzi, la nostra storia – con un bel “c’era una volta”. Eh si, perché i nostri eroi, le persone che ci faranno ridere e piangere e sognare e chissà quant’altro ancora, si muovono in un tempo tanto tanto lontano dalla nostra era. Si va bene, direte voi, ma “c’era una volta” dove?
    Immaginate… una valle.
    E già vi sento sbuffare di impazienza! Certo certo, lo so che non mi sono sforzato chissà poi quanto per tirar fuori una favola ambientata in una valle. La maggior parte delle favole, direte voi, si svolge su belle valli verde smeraldo, con graziose casette colorate e felici paesani che onorano le feste con banchetti colmi di leccornie. Ma la mia storia – anzi la nostra storia – no. La nostra è ambientata in una valle spazzata dal vento, incessantemente. Anzi, sapete che vi dico? Non comincerò nemmeno col canonico “c’era una volta”. Perché, si sa, un inizio diretto e drammatico rende sempre più avvincenti le storie, soprattutto se siete ben disposti all’ascolto, al calduccio di un bel caminetto a legna e con in mano qualcosa di buono da bere. Ah, siete astemi? E non siete affatto ben disposti?!? Allora mi toccherà essere ancora più interessante per catturare la vostra capricciosa attenzione. Il vento non è bastevole a rendere drammatica l’ambientazione? Sentite questa, via il “c’era una volta” e partiamo con: Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
    D’accordo, ho calcato un po’ troppo la mano, ma ormai ho deciso, il dado è tratto, e la nostra storia comincerà proprio così. Buon ascolto.

    La favola di messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica
    Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello... Ma la persona della quale narreremo le gesta non era granché toccata da questo tristo contesto. Perché, vi chiederete voi? Semplicemente, il nostro uomo portava il suo fato scritto nel nome. Perché egli si chiamava Steve Allocc. E, si sa, il nome rivela quello che siamo, e poiché le parole “steve allocc”, in un oscuro dialetto di qualche amena regione bagnata dall’Adriatico, significa proprio “ero da un’altra parte”, il destino del nostro Steve, ignaro portatore di cotal bislacca coincidenza fonetica, era quello di perdersi il “qui ed ora” della sua vita. Non ci credete? Ebbene ascoltate: se c’era l’arcobaleno nel cielo, il più bello e vivido che si possa immaginare, lui era di sicuro al chiuso della sua cantina intento a riparare le assi del tetto, e se un’estate improvvisa riscaldava la valle nel bel mezzo del gelido inverno lui – potete giurarci – era nella settimana di corvee alle ghiacciaie reali a preparar sorbetti per i commensali e a morir di freddo. E se il duro frutto di lavoro, fatica, lacrime e sangue di messere Allocc veniva tributato al monarca in cambio di una miseria, poco importava: Steve sognava l’Amore Vero, che un giorno avrebbe reso la sua vita un Paradiso.

    Insomma, sembrava proprio che il destino di Steve fosse quello di essere sempre altrove. Tranne quella volta. Perché, sapete, delle volte la sorte gioca sadicamente a carte con noi e si diverte a servirci una mano fortunata, dando però all’avversario carte ancor migliori, per poi sbellicarsi guardando la scena che ne seguirà.
    Ah, se quella volta Steve avesse onorato il suo nome e fosse stato da un’altra parte, mentre la bellissima madame Stafija passava per strada dentro la sua carrozza! Se l’avesse colpito un fulmine, di certo avrebbe avuto conseguenze meno nefaste di quel mezzo sguardo rubato tra i pizzi ed i merletti che nascondevano il volto dell’affascinante straniera dalle esotiche origini. Inutile dirlo, egli se ne invaghì follemente sin da subito, sfatto come una pera stracotta. E d’altrocanto, non siate lesti a biasimarlo: se voi aveste incrociato il verde sguardo ammaliatrice di Stafija, vi assicuro che vi sarebbe toccata la stessa identica sorte del buon Steve.

    Ma chi era costei? Il padre della ragazza, messier Jacques DeBonne, era un facoltoso commerciante francese di spezie che si era perdutamente infatuato, in uno dei suoi viaggi di lavoro, della bellissima cortigiana veneta Laura Adonna. Dall’unione era nata Stafija, che aveva ereditato dai genitori non solo le loro qualità ma anche ambedue i cognomi.
    E così, in quel giorno di sole, Steve alzò lo sguardo al suono degli zoccoli di un imponente tiro a quattro e si perse negli occhi acquosi di Stafija DeBonne Adonna. E da quel momento, non ci fu verso di levargli quell’apparizione dalla testa. Se incontravi Fija potevi star certo che nei paraggi ci fosse Steve, acquattato a spiare le sinuose movenze della donna, la cui capigliatura biondo miele pareva attirare tutta la luce su di se.
    Per conto suo Stafija DeBonne Adonna, acuta osservatrice, aveva sin da subito intuito il sentire di messere Allocc, e da perfida volpe qual’era, si divertiva a provocare Steve con movenze ed ammiccamenti, per poi lasciarlo di sasso con la sua glaciale indifferenza. Immaginate voi quale scompiglio portava questo giochino della gatta col topo nella vita del nostro messere. Come quel giorno in cui Fija, certa di avere lo sguardo del suo spasimante su di se, con movenza provocante si sistemò appena il vestito attorno al seno. Il cervello di Steve, privato del sangue che rapido effluiva verso zone molto meno nobili, lasciò il nostro messere privo di sensi, con la rovinosa conseguenza di far cadere l’Allocc dall’albero su cui si era arrampicato per ammirare il bel panorama, irrompendo così in mezzo a due morosi che, su una morbida tovaglia di cotone stesa sull’erba, erano intenti a scambiarsi tenere effusioni.
    “Ho visto Stafija…” vaneggiava Steve.
    “Hai visto sto scemo!” imprecava invece il ragazzo mentre lo prendeva a schiaffi per rianimarlo, assai seccato del contrattempo.

    Il nostro buon messere passava quindi le giornate in uno stato di semi-stordimento provocato dal suo profondo invaghimento per Stafija, e più di ogni altra cosa bramava di incontrarla e di parlarle, anche se in cuor suo sapeva che non ne avrebbe mai avuto l’ardire.
    L’unica cosa che pareva risvegliare Steve e riportarlo alla realtà, era – manco a dirlo – un’altra ragazza. Era la cuoca della taverna dove messer Allocc usava rifocillarsi, una ragazzotta ricciolina e bruna, appetitosa, che profumava di selvatico e di erbe aromatiche in maniera talmente intensa da far girare la testa persino in mezzo ad una mezza dozzina di piatti fumanti di zuppa d’aglio e cipolla. Insomma, Rosemary Thyme era proprio una donna da mangiare.
    Tutte le volte che Steve la incrociava, riusciva (senza capirne però la ragione) a provare sollievo dal suo tormento d’amore per la bella Fija. Peccato che tutto si esaurisse nel tempo che Rosemary impiegava per posare il piatto del giorno sul tavolo ed a sparire lesta lesta come una gatta, nel retrobottega a cucinare. E lui restava lì, a fissare il piatto fumante, mentre a poco a poco l’immagine di Stafija DeBonne Adonna tornava a straziare il suo animo ed a levargli ogni traccia di appetito. Tanto che, dal giorno del fatale incontro, il buon messere pareva essere diventato un fantasma a furia di saltare pranzi e cene, e Rosemary che ogni giorno posava il desinare sul suo desco lì alla taverna si crucciava nello sparecchiare quello stesso piatto pieno, lasciato lì. Ecco. Quel piatto servito e non consumato era per la giovane cuoca un’offesa più che se l’avessero malamente apostrofata.
    “Nessuno lascia intonsi i manicaretti cucinati da Rosemary Thyme!” pensava furiosa tra se e se la ragazza.

    Mi pare di sentirvi mentre protestate, voi che ascoltate questa storia. Ci avevi promesso una favola originale ed avvincente, ed invece salta fuori la solita solfa dell’allocco che si innamora della femme fatale, che poi viene salvato, proprio mentre la bella e crudele signora sta per fargli il cuore a fettine per mangiarselo a mo’ di sushi, dalla brava ragazza della porta accanto.
    Certo, lo ammetto, fino ad ora non ho brillato per originalità, ma aspettate che vi narri … della MelaMusica!

    CAPITOLO 2
    Portate solo ancora un po’ di pazienza. Il tempo di immergerci per qualche istante tra l’odore di cipolle e carne affumicata della taverna ‘Lo scarpone ripieno’.
    La nostra cuoca Rosemary non si dava pace per quel messere che ogni dì le recava l’affronto di un rifiuto. Le era capitato di essere rifiutata al ballo, a scuola, persino alla gara di tiro alla fune, ma mai, mai nella vita, le era capitato che qualcuno rifiutasse la sua zuppa fumante. Questo stava rimuginando tra sé e sé aprendo la porta del retro e porgendo il piatto pieno al mendicante che si presentava puntuale a elemosinare ciò che un altro avea scartato.
    “Grazie Madama” gracchiò il vecchio mendicante.
    “Non ringrazi me, ma messer Allocc che prova gusto ogni dì a pagare per scaldare una sedia alla taverna.”
    “Come come? E’ a lui che debbo tanta abbondanza? E’ dunque lui l’inappetente innamorato? Perché può star certa che di amore si tratta.”
    “E tu che ne sai?”
    “Prima di permettere agli avanzi di cibare il mio corpo, li onoro chiedendo loro di cibare il mio spirito, leggendo in essi la storia di chi non li ha voluti.”
    “Ma tu guarda cosa mi tocca sentire! E cosa direbbero questi avanzi?”
    “Si struggono all’idea di essere stati indesiderati da una mente che vagava. Da un corpo che non c’era. Da un cuore innamorato che, pur seguendo il suo padrone, è rimasto a contemplare ciò a cui il padrone anela.”
    Le gote di Rosemary si fecero ancora più paffute prima di ballonzolare al ritmo di una fragorosa risata.
    “Senti un po’…” disse sedendosi sul marciapiede accanto al mendicante intento a divorare il pasto “..come ti chiami tu?”
    “Una volta tutti mi chiamavano Messer Accat. Ma ora può chiamarmi con il mio nome di battesimo, Toney.”
    “Senti un po’ Accat Toney, com’è che sai tutte queste cose?”
    Il nostro mendicante non rispose subito. Alzò lo sguardo solo dopo aver ripulito per bene la ciotola e si voltò lentamente verso la strada che portava in piazza. Giusto in tempo per vedere uno sconsolato Steve camminare stancamente prima di essere evitato per un pelo da una carrozza trainata da due cavalli.
    La cicatrice sulla guancia destra di Toney si alzò quasi impercettibilmente, sospinta dalle labbra increspate in un sorriso.
    “Toney! Ehi Toney!” insistette la cuoca curiosa “..cos’altro hai da dirmi su quell’uomo?”
    Finalmente lo sguardo del mendicante si posò sugli occhi rotondi di Rosemary e solo allora rispose..”hai mai sentito parlare della MelaMusica?”
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    Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio  - capitolo 2 di Chihiro Empty la favola prende corpo

    Messaggio  Il Terrore dei Sette Mari Lun Nov 28, 2011 2:40 pm

    Clap clap clap clap, BRAVISSIMA!

    Sei stata davvero fantasiosa ed ingegnosa a non imboccare la strada maestra che avevo predisposto al malcapitato che avrebbe continuato la storia, e questo brusco scarto rende il tutto davvero divertente.

    L'ho sempre sostenuto, io: la gravidanza da a voi donne i superpoteri!!!
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    chihiro


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    Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio  - capitolo 2 di Chihiro Empty Alabarda spaziale!!

    Messaggio  chihiro Lun Nov 28, 2011 7:29 pm

    ...scusate il titolo ma è la prima cosa che mi viene in mente quando si parla di super poteri Very Happy
    sono davvero davvero contenta che il mio capitolo ti sia piaciuto. Era talmente intrigante la prima parte che avevo paura di rovinarla e, soprattutto, non volevo rovinare il concetto di MelaMusica che tu magari hai già chiaro, così ho pensato di lasciare a te l'onore di condurci nel cuore di questa manzoniana avventura. Very Happy
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    Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio  - capitolo 2 di Chihiro Empty non scherzare Lori!!! rovinare? MI SCASSO!!!

    Messaggio  katrina Lun Nov 28, 2011 7:45 pm

    IL TUO SEQUEL E' GENIALE!! MI FA SCASSARE!!
    toney accat? lo scarpone ripieno? ehehehe ancora rido!!! bellissimoooooooooo, geniale!
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    chihiro


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    Messer Allocco, la Bella Figliuola e la MelaMusica di Guitar Claudio  - capitolo 2 di Chihiro Empty eh eh eh eh

    Messaggio  chihiro Lun Nov 28, 2011 7:55 pm

    ...ho cercato di seguire le orme del maestro 'Il terrore dei sette mari' che con 'Stafija DeBonne Adonna' mi aveva fatto ridere alle lacrime!!! Laughing

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