CHE FATICACCIA!! L'HO RISCRITTA 3 VOLTE..CASCAVA LA LINEA E MI CANCELLAVA TUTTO!!!OVVIAMENTE ERA MEGLIO LA PRIMA SIGH!!!
Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
Nonostante sapeva che il Tiranno non avrebbe mai apprezzato il suo lavoro ogni mattina Alice si svegliava al sorgere del sole, prima di tutti gli altri coltivatori perche' era in quei pochi attimi che riusciva ad assaporare gli odori, i colori della campagna. In quei pochi momenti si sentiva la regina di quel regno in cui era nata e cresciuta: si soffermava ad osservare i fiori appena sbocciati e gli uccelli si venivano a posare fiduciosi sul palmo della sua mano. Passeggiando pensava alla sua vita e ai suoi compagni di lavoro...Rachele e suo marito, il loro volto segnato dalla fatica e dal sacrificio che la campagna provoca, Leonora la loro quasi figlia con i suoi sogni e desideri di scoprire la sua vera identita'e il suo misterioso passato, Sebastiano con quel viso simpatico, burlone tanto impacciato quanto sensibile, l'apparente presenza autoritaria di Isabella e Giovanni cosi' comprensibilmente scontroso e solitario. Alla fine erano una famiglia, strana ma ben amalgamata. Tutte le mattina si sedeva qualche minuto sotto un Ulivo secolare con una semplice vecchia chitarra scordata improvvisando una melodia. Quella mattina pero' mentre si avvicinava si accorse di non essere sola....
Qualcuno la osservava, ma non era una sensazione di pericolo e non si allarmò. Si sedette sotto all'ulivo e iniziò a strimpellare un dolce motivo, antico e triste, mentre scrutava con sguardo attento in mezzo alle frasche ingiallite, finche' li vide..due occhi attenti e spaventati, di un intenso color cielo, che la fissavano.
"Chi sei,? Esci fuori, ti ho visto!"
Con circospezione lui uscì. Un ragazzo più o meno della sua eta'. Alto, muscoloso ma magrissimo, con una zazzera di capelli biondi arruffati, sporco e stracciato.
Alice pensò che fosse l'essere più bello che avesse mai visto, ed al contempo sentì una grande pietà per il suo stato.
Stranamente entrambi sentivano di potersi fidare l'uno dell'altra.
"Perdonami, non ti volevo spaventare. Mi chiamo Brendan. Sono uno schiavo, fuggito dalle miniere del Tiranno. Volevo solo trovare un pò di cibo e poi dirigermi al Nord, dalla mia gente, a Thirakitan.
Alice conosceva la storia. Nelle lunghe sere invernali, durante le veglie intorno al fuoco, gli anziani raccontavano spesso dei Popoli del Nord, grandi alleati di re Rofradio, un'epoca di pace e prosperità. Poi il Tiranno aveva usurpato il trono, e dopo aver conquistato il Sud, aveva attaccato gli antichi alleati nella sua folle corsa al potere.
I Popoli del Nord erano formidabili guerrieri , ma le armi del Tiranno, corruzione e tradimento, li avevano infine sconfitti.
La vendetta fu atroce. Tutti i re e i nobili passati per le armi, la popolazione ridotta in schiavitù. Si narrava che una Resistenza si stesse organizzando, ma pochi ci credevano.
Un' antica leggenda diceva che la pace perduta sarebbe tornata grazie alla Stella Polare...il Nord?
Tuttavia fu piuttosto una percezione di fiducia, empatia e..chissa cosa, che fece rispondere Alice di impulso.
"Non se ne parla neanche! In questo stato non faresti un miglio! Vieni, sei tra amici! Potrai riposarti e nutrirti al sicuro. Ripartirai appena sarai in forze. Io sono Alice...che strano il tuo nome!"
"E' ironico, nella mia lingua vuol dire Principe..." .
Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
Nonostante sapeva che il Tiranno non avrebbe mai apprezzato il suo lavoro ogni mattina Alice si svegliava al sorgere del sole, prima di tutti gli altri coltivatori perche' era in quei pochi attimi che riusciva ad assaporare gli odori, i colori della campagna. In quei pochi momenti si sentiva la regina di quel regno in cui era nata e cresciuta: si soffermava ad osservare i fiori appena sbocciati e gli uccelli si venivano a posare fiduciosi sul palmo della sua mano. Passeggiando pensava alla sua vita e ai suoi compagni di lavoro...Rachele e suo marito, il loro volto segnato dalla fatica e dal sacrificio che la campagna provoca, Leonora la loro quasi figlia con i suoi sogni e desideri di scoprire la sua vera identita'e il suo misterioso passato, Sebastiano con quel viso simpatico, burlone tanto impacciato quanto sensibile, l'apparente presenza autoritaria di Isabella e Giovanni cosi' comprensibilmente scontroso e solitario. Alla fine erano una famiglia, strana ma ben amalgamata. Tutte le mattina si sedeva qualche minuto sotto un Ulivo secolare con una semplice vecchia chitarra scordata improvvisando una melodia. Quella mattina pero' mentre si avvicinava si accorse di non essere sola....
Qualcuno la osservava, ma non era una sensazione di pericolo e non si allarmò. Si sedette sotto all'ulivo e iniziò a strimpellare un dolce motivo, antico e triste, mentre scrutava con sguardo attento in mezzo alle frasche ingiallite, finche' li vide..due occhi attenti e spaventati, di un intenso color cielo, che la fissavano.
"Chi sei,? Esci fuori, ti ho visto!"
Con circospezione lui uscì. Un ragazzo più o meno della sua eta'. Alto, muscoloso ma magrissimo, con una zazzera di capelli biondi arruffati, sporco e stracciato.
Alice pensò che fosse l'essere più bello che avesse mai visto, ed al contempo sentì una grande pietà per il suo stato.
Stranamente entrambi sentivano di potersi fidare l'uno dell'altra.
"Perdonami, non ti volevo spaventare. Mi chiamo Brendan. Sono uno schiavo, fuggito dalle miniere del Tiranno. Volevo solo trovare un pò di cibo e poi dirigermi al Nord, dalla mia gente, a Thirakitan.
Alice conosceva la storia. Nelle lunghe sere invernali, durante le veglie intorno al fuoco, gli anziani raccontavano spesso dei Popoli del Nord, grandi alleati di re Rofradio, un'epoca di pace e prosperità. Poi il Tiranno aveva usurpato il trono, e dopo aver conquistato il Sud, aveva attaccato gli antichi alleati nella sua folle corsa al potere.
I Popoli del Nord erano formidabili guerrieri , ma le armi del Tiranno, corruzione e tradimento, li avevano infine sconfitti.
La vendetta fu atroce. Tutti i re e i nobili passati per le armi, la popolazione ridotta in schiavitù. Si narrava che una Resistenza si stesse organizzando, ma pochi ci credevano.
Un' antica leggenda diceva che la pace perduta sarebbe tornata grazie alla Stella Polare...il Nord?
Tuttavia fu piuttosto una percezione di fiducia, empatia e..chissa cosa, che fece rispondere Alice di impulso.
"Non se ne parla neanche! In questo stato non faresti un miglio! Vieni, sei tra amici! Potrai riposarti e nutrirti al sicuro. Ripartirai appena sarai in forze. Io sono Alice...che strano il tuo nome!"
"E' ironico, nella mia lingua vuol dire Principe..." .
Mar Gen 07, 2014 2:55 pm Da CORRY
» HOLIDAYS IN THE TIME OF CRISIS
Mar Ago 27, 2013 3:37 pm Da CORRY
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Mer Apr 03, 2013 4:07 pm Da Il Terrore dei Sette Mari
» FILASTROCCHE
Mar Mar 12, 2013 12:11 am Da chihiro
» CORRY HA VO-TA-TO !
Gio Mar 07, 2013 9:02 am Da CORRY
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Mar Gen 29, 2013 3:39 pm Da katrina
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Mar Gen 29, 2013 10:45 am Da JTKIRK
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Lun Nov 12, 2012 1:16 pm Da katrina
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Ven Set 21, 2012 2:03 pm Da katrina