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    L'ORCHIDEA E IL LEONE DI KATRINA FINALE NUMERO 1!!!! ALLA BUON'ORA

    katrina
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    Messaggio  katrina Mer Mar 07, 2012 6:49 pm

    L'ORCHIDEA E IL LEONE DI KATRINA




    Il vento spazzava la valle. Che fatica alzarsi di buon'ora per andare a lavorare i campi. E poi per che cosa? Per portare ricchezza al tiranno che viveva nel castello e pretendeva tutti i proventi del nostro lavoro per arricchirsi lasciando ai sudditi solo il minimo per sopravvivere e, a volte, nemmeno quello...
    "Che senso ha tutto questo?" Leonora se lo chiedeva spesso, anche quella mattina, mentre la catinella dell'acqua le rimandava l'immagine del suo viso. Era cresciuta con Rachele, una vecchia resa burbera dal tempo e dal dolore, che affittava due camerette ai pochi viandanti di passaggio. Col tempo Leonora aveva imparato ad amarla, era la sua unica famiglia...almeno l'unica che conoscesse. Nei suoi occhi e nei suoi sogni, il bel volto di una donna bruna, giovane e spaventata...altro non riusciva a ricordare. Da piccolina fantasticava, diceva agli altri bambini che forse era la figlia illegittima di qualche nobile, che un giorno, pentito, sarebbe venuto a cercarla e lei avrebbe vissuto in una ricca dimora, ricordandosi e aiutando tutti gli amici...Ormai aveva smesso di sognare, la dura realta' l'aveva travolta. Ma sentiva nel suo cuore una forza, una volonta' di mai cedere, una speranza...Rachele diceva che nel suo nome stava il segreto..Leonora..un leone nell'esile corpo di una fanciulla. Ma qualcos'altro la sosteneva..l'unico ricordo tangibile di sua madre, da cui non si separava mai...


    CAPITOLO 2 SEQUEL DI NADIA 75


    I suoi pensieri furono interrotti bruscamente da quanto stava succedendo nel cortile. Tentò di correre fuori ma Rachele e suo marito la bloccarono appena in tempo per evitare che diventasse il bersaglio inconsapevole di una freccia scagliata da un arciere a volto coperto e diretta mortalmente ad un crucco del Tiranno che cercava di fare del male a Sebastiano.
    Chi erano quegli uomini comparsi dal nulla, che si erano avventati senza timore contro le guardie del Tiranno? Sembravano estremamente sicuri di loro stessi, dovevano far parte di un esercito altamente qualificato. Leonora era riuscita solo ad intravedere un piccolo stemma raffigurante il profilo di un'orchidea ricamato sui mantelli...Le ricordava qualcosa che aveva gia' visto. Ma dove? Perchè era rimasta cosi' colpita da quel piccolo particolare?
    Improvvisamente si allontanò dalla finestra e salì velocemente le scale verso la sua stanza. "Dovi corri Leonora? La colazione è pronta, si fredderà se non scendi subito!..Leonora!?".Incurante del richiamo di Rachele, Leonora entro' in camera sua ed aprì un piccolo portagioie dove era custodito gelosamente l'unico ricordo lasciatole da sua madre: un piccolo ciondolo raffigurante su un verso una Madonna un rilievo e sull'altro...sì, proprio un profilo di orchidea esattamente identico a quello ricamato! Non poteva essere solo una coincidenza! pensò tra sè e sè Leonora stringendo sul suo petto il piccolo ciondolo...e con rinnovato entusiasmo e determinazione scese a fare colazione.



    CAPITOLO 3 DI KAT


    D’istinto pero' aveva nascosto nel corsetto l’altra testimonianza di sua madre: uno stiletto sottile e affilatissimo, sulla cui elsa era incisa…un’orchidea! Solo adesso la notava. Di sotto i due crucchi superstiti stavano ancora brutalmente interrogando Sebastiano. Per fortuna, erano stati tutti colti di sorpresa dai misteriosi arcieri, apparsi e spariti come fulmini sui loro destrieri, e questo scagionava Rachele e gli altri. I crucchi caricarono il cadavere del compagno sul cavallo e se ne andarono, preoccupati della reazione del Tiranno. Rachele e il marito, servendo la colazione, si scambiarono un'occhiata d'intesa, ma nè Sebastiano, impegnato a ripulirsi dal fango, nè Leonora se ne accorsero. Lei aveva bisogno di risposte, forse c'era una persona che poteva aiutarla. Corse verso il bosco, guidata da un sottile lingua di fumo. La capanna di Keyra era lì', all'inizio del boschetto di querce, defilata dal resto del villaggio. Keyra veniva dal Nord, l'ultimo dei regni conquistati dal Tiranno. Aveva pochi anni più di Leonora, ma una grande saggezza e una mente brillante. Tutti la consideravano una strega, ma era una brava guaritrice, sempre disposta ad aiutare senza nulla chiedere, e quindi l'avevano accettata. Si dice che persino il Tiranno fosse ricorso con successo ai suoi intrugli d'erbe per una brutta febbre.
    Leonora entrò di corsa e si bloccò. Keyra non era sola. Una massa di riccioli rossi era china sul letto dove giaceva, prono, un giovane. Senza voltarsi la salutò
    "Leo, benvenuta! lui è Brogan, viene dal Nord come me. Si è ribellato ai crucchi ed è stato crudelmente frustato. Sta cercando di tornare a Thirakitan, ma non può fuggire in queste condizioni, ha bisogno di protezione."
    Il Nord, l'ultima sacca di resistenza al Tiranno, quante volte Leonora, senza capire il perché, aveva sentito il bisogno, l'urgenza di andarci. Forse il suo sogno poteva ora realizzarsi, era un segno del destino?
    "Keyra, lo nasconderemo noi, sarà' al sicuro!". L’uomo rispose flebilmente “Grazie”, lanciando un’occhiata impercettibile, ma Keyra colse qualcosa che non le piaceva in quegli occhi.
    “Keyra, sapessi che è successo, l’orchidea..”
    “Leonora, ti pare il momento di parlare di botanica? Dobbiamo mettere in salvo Brogan”la zittì Keyra, e di nascosto, le parlò nell’antica lingua dei segni.
    Era ancora in uso solo presso i popoli del Nord, ma Keyra l’aveva insegnata a Leonora, cosi’ potevano spettegolare liberamente quando giravano per il mercato del villaggio.
    Ora servì a manifestare tutti i dubbi su Brogan….
    “Non mi fido di lui, mentre lo spogliavo per medicarlo, ho notato un tatuaggio che ho gia’ visto su un crucco e poi i suoi occhi...mi sbaglierò ma non scopriamoci, soprattutto non parlare di orchidee con lui, e stai attenta, state tutti attenti”.Leonora annuì. Anche stavolta non sarebbe riuscita a scoprire nulla del suo passato, ed era stata troppo impulsiva, accidenti al suo carattere!
    Dopo le cure, Leonora si avviò verso casa sorreggendo Brogan che continuava a ripetere “Grazie, mia dolce damigella, te ne sarò sempre grato!”. Keyra li osservava sulla soglia.
    Appena fuori dalla portata del suo sguardo, però… la sorpresa. Brogan smise di strascicare i piedi e si avventò su Leonora cercando di immobilizzarla.
    “Piccola bastarda, finalmente ti ho trovato, il Tiranno mi coprirà’ d’oro!”
    Fu un attimo…poi uno sguardo stupito, incredulo.
    Brogan si accasciò, lo stiletto conficcato dritto nel cuore. Leonora era attonita: aveva reagito con uno scatto felino, non sapeva come, l’aveva.. sentito dentro…una voce che ora le diceva di recuperare l’arma e nascondere il corpo, con l’aiuto di Keyra, e...
    “Ora sei davvero nei guai!”

    CAPITOLO 4 LA TERZA CARTA DI YENDIS
    Le peripezie si moltiplicano, i rischi pure. Il nostro eroe deve fare una scelta

    Ancora paralizzata da da un misto di terrore, e stranamente coraggio e orgoglio, Leonora sentì la presenza di Keyra alle sue spalle accorsa trafelata,con il fiatone.
    "Forse sono davvero una strega, me lo sentivo che non c'era da fidarsi!"
    "Keyra come fai a scherzare ora, ho ucciso un uomo! E...non so neanche come ho fatto!" e le riferì le parole di Brogan.
    "Il Tiranno ti cerca, di sicuro questo era un viscido cacciatore di taglie, ha avuto cio' che meritava"
    "Ma perchè Keyra? Che puo' volere un Signore così potente da un'umile aiuto affittacamere?"
    L'agitazione impedi' a Leonora di cogliere una strana espressione sul volto dell'amica, solo per un'impercettibile istante.
    "Non lo so Leo, ma ora devi fuggire, il piu' lontano possibile.Qui sei in pericolo, non puoi più fidarti di nessuno!" e proseguì nell'antica lingua dei segni:
    "Vai al Nord al villaggio di Celalid, cerca Fearchar, significa colui che è molto caro, e mi e' davvero caro, di lui ti puoi fidare. La' troverai le risposte che cerchi, ma stai attenta e prendi questo" disse porgedole un sacco. Dentro c'erano alcune provviste, una mappa, un mantello e alcuni abiti maschili.
    "Presto Leo, non c'e' tempo da perdere, indossa questi abiti, se il Tiranno cerca una fanciulla, i suoi sgherri non faranno caso ad un ragazzo straccione. Qui ci penso io a fare "pulizia". E tieni questo, potrebbe salvarti la vita" disse Keyra mettendole in mano un anello sigillo con una testa di leone.
    L'abbraccio che seguì scatenò un'ondata di emozioni in Leonora. La paura dell'ignoto che la attendeva e la tristezza di lasciare una vita grama, sì, ma tranquilla, l'attanagliavano. E allo stesso tempo sentiva una forte attrazione verso un destino piu' grande, forse tragico, ma era il suo destino, non poteva fuggirgli!
    "Va, e che la fortuna ti assista, amica mia!" la voce di Keyra tremava dalla commozione
    "Ritornero', Keyra, lo giuro!"
    "Lo so. Sei un'orchidea, ma sei anche un leone".
    Leonora non ebbe il tempo di meditare sulla sibillina frase dell'amica. In lontananza si udivano dei cavalli al galoppo.
    Si infilo' lesta nel bosco. Gli alberi all'inizio erano radi e lei riusci' a scorgere la sua casa. Un groppo le chiuse la gola, e a stento riusci' a trattenere le lacrime, forse non avrebbe piu' rivisto i suoi cari. Nulla sarebbe piu' stato come prima...
    Si mise a correre all'impazzata, per non pensare, fermandosi solo per controllare di non essere seguita. Tutto pareva tranquillo. La mattinata era ventosa, come sempre nella valle, il sole splendeva, ma i raggi che filtravano tra i rami non riuscivano a scaldare il suo cuore.
    "Fatti forza e corri" le diceva la solita vecchia voce interiore, che adesso le pareva estranea...continuo' a correre, ma ora le lacrime le rigavano il volto.
    E cosi' non la vide. Una sottile corda tra due tronchi, un tranello.
    Fini' rovinosamente gambe all'aria e in meno di un battito di ciglia, due loschi figuri le bloccarono le braccia a terra con i loro piedi. Due briganti ! Stracciati e sporchi, ma decisamente determinati!
    Leonora ne aveva sentito parlare, infestavano il bosco e rapinavano i viaggiatori. Nemmeno i crucchi del Tiranno erano mai riusciti ad avere la meglio su di loro. Erano furbi e conoscevano il bosco come le loro tasche.
    "Ehi giovanotto, dove vai cosi' di fretta? Ah perdona, Messere, prima le buone maniere! Mi presento, io sono Finestra e lui e' il Guercio..per via del suo occhio storto, ma non glielo ricordare, e' molto permaloso!" e giu' una risata che giustificava a pieno il suo soprannome.
    "Gia' ragazzo, non lo sai che il bosco e' nostro? - fece il Guercio strizzando l'occhio buono- ma noi siamo moooooolto generosi! Dietro un piccolissimo obolo, concediamo il passaggio a chiunque, specie a chi sembra avere una certa fretta!!".
    "Ma io non ho nulla!" Leonora si sforzo' di fare la voce piu' maschile che poteva.
    "Ah Ah Ah! Piccolo bugiardo, fanno bene a cercarti i crucchi, perche' stai fuggendo dagli sgherri del Tiranno, vero? E questo cos'e'?" l'occhio esperto di Finestra aveva gia' notato il ciondolo con l'orchidea.
    E ancora qualcosa scatto' nella mente di Leonora, inconsapevole, ma certa che avrebbe difeso quel simbolo fino alla morte. Per molto tempo ancora non avrebbe capito la sua reazione: con una mossa rapidissima, sferro' un calcio..nelle parti meno nobili di Finestra, che si piego' in due dal dolore imprecando.
    "Maledetto moccioso, ti ammazzo!" Il Guercio si avvento' su di lei brandendo un coltellaccio, ma Leonora lo schivo' riuscendo ad assestargli un pugno nello stomaco, e sguaino' lo stiletto, pronta al contrattacco.
    Non si accorse che Finestra si era ripreso e stava per colpirla alle spalle con la sua lama.
    In quell'istante un sibilo attraverso' l'aria e il coltello di Finestra volo' via, lasciando tutti paralizzati per la sorpresa.
    Due arcieri a volto coperto. Gli stessi che avevano difeso Sebastiano, gli stessi che indossavano un mantello con lo stemma dell'orchidea.
    Leonora rimase impietrita, mentre i due briganti si davano alla fuga.
    Gli sconosciuti li lasciarono andare.
    "Siete ferita, mia Signora?" Ma il travestimento non li aveva ingannati?
    "Chi siete, che volete da me?". L'inquietudine di Leonora contrastava con il senso di fiducia che quei due le ispiravano.
    "Vi spiegheremo tutto strada facendo. Dobbiamo fuggire al Nord, da Fearchar, non c'e' un minuto da perdere, io sono Sean e lui e' Kalian, prendete questa spada e questo mantello, fara'freddo al Nord. I cavalli ci aspettano qui dietro, nella radura." e si tolsero il cappuccio.
    Erano gemelli identici. Biondi, belli, intensi occhi verdi, espressione forte e franca, ma Leonora non si fece distrarre dalla loro avvenenza.
    "Mi avete salvato la vita, e ve ne sono grata, ma io non so chi siete, come faccio a fidarmi di voi? Chi mi dice che non mi consegnerete al Tiranno, che mi cerca e non so nemmeno perche'?"
    "Non temete, Leonora. Noi siamo soldati, non abbiamo tutte le risposte che cercate. Ma mi e'stato detto di dirvi che Neilina vi vuole vedere" disse Kalian.
    A sentire quel nome, Leonora fu un'altra volta catturata da quel vortice di sensazioni e vaghi ricordi che ormai la coglieva spesso...Perche' non c'era un barlume di chiarezza nella sua mente confusa?
    Non era tempo di domande, ora. Era tempo di decisioni.
    Mise laspada sulla schiena, strinse la cinghia e si butto' il mantello sulle spalle.
    "Andiamo, miei Signori!"


    Leonora trovava ridicola la sua spavalderia, spaventata e confusa come si sentiva . "Rachele consiglia sempre una cena leggera, ma io con la mia fame da leone, non le do retta e poi ho gli incubi...Vedrai Leo, ora ti sveglierai e ti ritroverai nel tuo letto!". La sua speranza cozzò violentemente con la realtà, quando inciampò in un sasso all'ingresso della radura e franò rovinosamente a terra, con il tutto peso della spada sulla schiena, il che suscitò un pò di ilarita' in Kalian e Sean.
    Alzando gli occhi vide un paio di stivali e istintivamente scattò in piedi. Una figura incappucciata era davanti a loro, vicino ai cavalli. La sconosciuta svelò il suo volto, che Leonora ben conosceva. "Rosemary Thyme? che ci fai tu qui?" "Leo, la mia padrona Madama Ailinne ti manda delle provviste per il viaggio. Sappiamo che devi fuggire al Nord e speriamo che portiate presto buone notizie..e magari un esercito che faccia secco il dannato Tiranno!" rispose Rosy con un occhiolino complice, le guanciotte ancor piu' rubiconde dall'enfasi..e dalla corsa appena fatta . "Non dovevi esporti a rischi per me!" "Tranquilla, posso sempre dire che portavo da mangiare a quel tonto di sir Allocc, visto che ultimamente pare viver solo d'amore per quella smorfiosa snob di donna Stafija!" la risata collettiva fu per un attimo un toccasana, ma Rosy cambiò subito tono "Piuttosto sono preoccupata: ho visto una carrozza portare via Sebastiano, verso il Castello!" "Cosa? Presto corriamo in suo soccorso!" "No, mia Signora - la fermò Sean- riusciremmo solo a farci catturare e uccidere, dobbiamo correre a Celalid, e subito! Rosemary, torna alla taverna, con prudenza e acqua in bocca!" "Contate su di me e buona fortuna!" cosi' dicendo la paffuta cuoca si tuffò agilmente nella macchia, scomparendo in un batter d'occhio. I tre salirono a cavallo, cosa che Leonora non aveva mai fatto, ma anche stavolta il suo istinto la guidò e in men che non si dica, mentre stupore e angoscia le ofuscavano la mente, galoppavano all'impazzata, il villaggio con il suo castello maledetto sempre più lontano alle loro spalle.

    Il viaggio duro' tre giorni, rallentato dalla circospezione con cui si muovevano in lande che potevano essere pericolosamente presidiate dai crucchi del Tiranno. Durante le soste Leonora si faceva dare lezioni di spada dai due guerrieri, ma come sospettava, o meglio ormai temeva, erano essenzialmente allenamenti. Come mai la sua stramaledetta vocina interna le suggeriva tutte le mosse? Basta, era tempo di pretendere tutte le risposte a cui aveva diritto. Ma le spiegazioni che sentiva la sera, intorno al fuoco del loro bivacco, non erano quelle che avrebbe voluto.
    "Mia Signora, noi sappiamo poco e niente, perdonaci" "Smettetela di chiamarmi Mia Signora, non sono padrona neanche della mia vita, e fatemi capire cosa mi sta succedendo o torno indietro e mi consegno agli sgherri!" Leonora era furiosa, vivere l'inquietudine dell'incertezza era peggio che marcire nelle segrete del Castello.
    "Fearchar ti saprà spiegare meglio, noi siamo solo dei cavallieri, Confratelli dell'Orchidea, come vedi dallo stemma. Al Nord stiamo organizzando la rivolta per deporre il Tiranno Corrado. Il padre di Corrado, Rodolfo, assassinò re Rofradio tanti anni fa e divento' il primo Tiranno. Noi vogliamo rimettere sul trono il suo legittimo erede, sono anni che l'attacco viene pianificato, non possiamo fallire, o sarebbe la rovina". "Cosa blaterate? io so che il re e Leone, suo unico figlio ed erede sono morti quasi contemporanemamente, Rofradio per una strana febbre e suo figlio ucciso in un agguato di briganti, e Rodolfo, suo lontano cugino, ha ereditato il trono, cosi' dicono i nostri libri di storia, lo sanno anche i bambini!" "Vedi Mia S...Leonora, come e' stato abile Rodolfo a manipolare la storia?" "Ma io cosa c'entro in tutto questo? sono un'orfana , allevata da una coppia di affittacamere, perche' il Tiranno si interessa a me?"
    "Forse la tua bellezza lo ha colpito!" disse Sean con un sorriso un pò alticcio, tracannando l'ennesimo boccale di vino.
    "Ti colpirei io con questo bastone!" urlo' furiosa Leonora, ma poi scoppio' in una sonora risata ...quei due non volevano, o più probabilmente non sapevano dire altro, le sue risposte non gliele avrebbero certo date loro...allora perchè non scaldarsi con qualche boccale di vino? Man mano che procedevano verso il Nord faceva sempre più freddo , e il grande freddo che lei sentiva nel cuore non spariva di certo, ma la leggera ebrezza che l'alcool le dava, pareva anestetizzare per un po' quella morsa che le attanagliava l'anima. Pensava ai suoi amici, alla sua strana famiglia che ora le mancava come non mai, e che avrebbe difeso fino all'ultimo, a costo della sua vita , con una forza interiore e una determinazione che mai avrebbe pensato di possedere.

    E intanto erano arrivati in vista di Celalid...


    Prima di entrare in città si fermarono in un capanno ai margini del bosco. Per prudenza tutti si tolsero i mantelli con il simbolo dell'orchidea ed indossarono altri tabarri che ben celavano le armi.
    "Qui siamo relativamente al sicuro, ma le spie del Tiranno potrbbero essere arrivate fin qua.
    Finora abbiamo potuto organizzarci bene in segreto perchè non diamo loro motivi di sospetto", spiegarono i gemelli guerrieri.
    La citta' era affollata e vivace. Il sole stava tramontando dietro le montagne colorando tutto con una tavolozza di rossi che Leonora non aveva mai visto. Si strinse nel mantello, l'aria si faceva più frizzante o forse erano solo le sue paure, che sarebbe sussesso ora?
    Sulla strada principale i due cavalieri si infilarono in una bottega di stampa. Leonora li seguì.
    Il profumo della carta, a lei così caro, le diede una sensazione di calma. Aveva sempre amato leggere anche se in casa di Rachele i libri non abbondavano certo! China sul bancone una figura stava rilegando un fascicolo.
    "Che libro cercate?" "Un'edizione rara delle Cronache di Thirakitan di Gullian il Saggio, con la copertina viola" . Era la parola d'ordine, intuì Leonora, alla quale il libraio rispose con un sorriso ed un inchino.
    "Benvenuti Cavalieri e benvenuta Leonora. Io sono Fearchar." Non era porprio come lei se lo aspettava....


    Fearchar era un giovane uomo, bruno con due occhi verdi e penetranti da gatto, atletico ma non certo un guerriero, sembrava molto intelligente e...furbo ed astuto come un gatto, poteva essere lui la "mente" della rivolta. E poi non era solo. Accanto a lui una stupenda e rara lupa di Aspoloan, dal lungo mantello bianco neve e con un occhio azzurro cielo e l'altro blu mare che la guardavano con curiosita'. Si diceva fossero animali antichissimi, dotati di intelligenza quasi umana.
    "Lei e' Ailla, "la piu' bella" e pare tu le stia simpatica. Ma altri amici ci aspettano." E cosi' dicendo, Fearchar giro' il cartello della vetrina sul "chiuso" e sprango' la porta della bottega, poi fece loro cenno di seguirlo al piano superiore, in una stanza ampia, le cui finestre erano nascoste da pesanti tendoni di velluto amaranto.
    La stanza non era vuota. Leonora rimase a bocca aperta quando....



    FINALE NUMERO 1

    vide un giovane sconosciuto dagli intensi occhi azzurri ,capelli biondi, un'armatura leggera luccicante ed il mantello con lo stemma dell'orchidea...bellissimo...cos'era quella strana sensazione, quello smarrimento, che provava per la prima volta? "Ti presento sir William, figlio adottivo di sir Alec, comandante in capo dei guerrieri della Confraternita, qua con i suoi armati per aiutarci nell'impresa, e lui e' mio cugino Brendan, fuggito dalle miniere del tiranno del vostro villaggio..beh gli altri forse li conosci, no?"
    Tutto subito non li aveva notati: "Alice, Sebastiano, Rachele, Keyra, voi qui?"...la testa prese a vorticarle "che significa tutto questo?"
    "Da tempo ci stiamo organizzando per deporre Corrado il Tiranno, bambina mia, Keyra ha fatto da ponte con questi valorosi giovani, e' una vera maga dello spionaggio!" disse Rachele abbracciandola e strizzando l'occhio in direzione dell'amica, "Alice e Sebastiano si sono recentemente uniti a noi, la loro conoscenza del villaggio ci sara' utilissima quando attaccheremo" aggiunse Fearchar, mentre abbracciava inequivocabilmente Keyra "colui che mi e' molto caro..te l'avevo detto, vero Leo?" disse lei nell'antica lingua dei segni.
    "Ma perche' io non ne sapevo nulla, chi sono io, la bella addormetata?" Leonora era smarrita, e anche un po' adirata.
    "Per la tua sicurezza e' stato meglio tenerti all'oscuro di tutto sino ad oggi" neanche la dolce voce di Rachele, ne' il suo sguardo colmo di tenerezza riuscirono a calmarla.
    "Io impazzisco, ma che storia e' questa?"
    "Posso spiegarti tutto io" una figura, si stacco' da uno dei tendoni che ne avevano nascosto la vista. Leonoa trasali' e penso' che il suo cuore non avrebbe retto.
    Una donna bellissima, lunghi capelli neri lisci, in un semplice abito di velluto nero che le dovava un'elganza regale. Occhi verdi intenso, taglio da gatta, che la fissavano, occhi molto simili ai suoi...un lampo..la stessa donna, piu' giovane, in abiti stracciati, espressione triste...i suoi ricordi indecifrabili incontravano ora la realta'.
    "Sono Neilina, tua madre..."
    Il vortice nella mente di Leonora era ormai un maelstrom. Migliaia di domande da fare e la voce che non riusciva ad uscirle..troppo anche per la guerriera che ormai era diventata. Vacillo' per lo stupore, prima che due forti braccia la sorreggessero e le infondessero un calore sconosciuto e incoraggiante...William le sussurro' "Sii forte. Tu lo sei!"
    Leonora mostro' il ciondolo e lo stiletto "Certo che ti ricordo! mi hai abbandonata da piccola..con questi, senza versare una lacrima! dovrei ora fidarmi di te, chi sei tu per me? mia madre e' Rachele!"
    "Ho versato tante lacrime ma era necessario..vedo che indossi l'anello del leone... ho le risposte che cerchi, ascoltami... Io sono del Nord, ma vivevo nel villaggio da tempo. E' tradizione da secoli che le donne del Nord, ovunque vivano, tornino a casa per partorire. Cosi' feci io quando fu il mio tempo. Il mio sposo venne con me, ma poco prima del parto dovette tornare perchè era giunta la notizia della morte di re Rofradio. Fu il nostro ultimo abbraccio. Da quel momento io e te, non ancora nata, fummo in pericolo. Io sono Neilina, figlia di Lian ultimo re del Nord, ucciso da Rodolfo perchè non volle sottomettersi. Tuo padre e' Leone, figlio di Rofradio, caduto in un'imboscata per mano di Corrado stesso. Era l'ultimo ostacolo per il trono. Pensi che avrebbero lasciato in vita un suo erede solo perche' era una bimba indifesa? Vivemmo qui, protette dagli amici per tre anni, ma le spie ci rintracciarono. dovevo nasconderti...proprio sotto gli occhi del Tiranno, dove meno ti avrebbero cercata... recentemente pero 'Corrado ha avuto dei sospetti, ora comprendi?...ho avuto tanta paura ma sapevo che ce l'avresti fatta. Le principesse del Nord sono da sempre guerriere della Confraternita e hanno capacita' telepatiche..ho cercato di esserti sempre vicina e trasmetterti tutto il mio sapere...ora puoi odiarmi se vuoi, la mia punizione l'ho gia' avuta ..." una sola lacrima brillo' sulla guancia di Neilina.
    Tante domande e troppe risposte in un sol tempo..Leonora ora capiva i suoi flashback, le voci, la sua abilita' con le armi..e il dolore impotente di sua madre. Se c'era mai stato rancore, tutto si sciolse nell'abbraccio tra due anime gemelle da troppo tempo ingiustamente separate. "lo faro' a pezzi con le mie mani, mia Signora..mamma, lo giuro!". "lo annienteremo e saremo liberi, Da anni ci organizziamo qui, con astuzia, il trono non e' gia' piu' di Corrado!" disse Fearchar suscitando un'ovazione e l'ulutato festoso di Ailla.
    "E sul trono salira' il vero erede, una persona saggia e giusta" aggiunse Neilina.
    Un brivido di terrore passo' per la schiena di Leonora "Non vorrete mica dire...?"
    "Saresti una splendida regina, mia cara, e lo sarai, regnerai dopo di me sul Nord. Ma il trono dei Quattro Regni ha gia' il suo degno re...tuo fratello Fearchar"
    "Ora mi ci vorrebbe una botte del vino dei gemelli! Dove sei stato finora fratello?!" Leonora cerco' di nascondere la valanga di emozioni, ma non certo il sollievo, mai nella vita avrebbe voluto una responsabilita' cosi' grande come l trono dei Quattro Regni .
    "Io e tuo padre abbiamo voluto proteggere anche lui dai venti di guerra che si prospettavano..e' una lunga storia, ti diro' tutto stasera. Ha vissuto i suoi primi due anni qui, con mio padre. Ma ora dobbiamo agire. Fearchar, illustra in breve il piano a tua sorella" Il tono di Neilina era ora quello della regina pronta alla battaglia. Leonora era passata dalla diffidenza, all'astio, all'ammirazione, all'orgoglio di essere sua figlia .
    "E' semplice: agiremo nell'ombra. Il Tiranno vuole un erede, quindi ha obbligato il Duca dell'Est a dargli in sposa sua figlia Alba".
    La sottomissione forzata del Duca, con il suo piccolo regno che non costituiva un reale pericolo per il trono, aveva risparmiato lui e la sua numerosa famiglia dallo sterminio.
    "Il Duca non ha le forze per combattere, ma di certo si unira' a noi. Il banchetto di fidanzamento aprira' I festeggiamenti che dureranno una settimana. Quella sera Isabella, nominata cameriera della sposa, Madama Ailinne, chiamata per dirigere le cucine e Rosemary Thyme apriranno una porta secondaria, poco sorvegliata. gli uomini di Sir William entreranno, annienteranno i crucchi di ronda e apriranno il portone principale. Il fattore sorpresa e' determinante per eliminare i pochi fedeli di Corrado. Sta pur certa che tra i suoi crucchi ci saranno molte defezioni!
    "Io saro' tra voi, voglio combattere quel viscido verme!" Leonora sentiva il sangue ribollirle, ora che sapeva la verita'.
    "Vorrei fermarti, ma non saresti mia figlia se ci riuscissi!" sorrise, un po' preoccupata Neilina.
    Quella sera, si ritrovarono tutti nella radura nascosta dove il piccolo esercito di William era accampato, eccitati all'idea dell'azione. C'era chi mangiava, chi beveva e chi danzava intorno al fuoco.
    Leonora sorseggiava il suo boccale di vino un po' in disparte, pensierosa, dopo il lungo colloquio di spiegazione con sua madre. William si sedette accanto a lei.
    "Hai paura?" "No, ho molta rabbia e molta confusione in testa, brindiamoci su!" sorrise lei.
    "La vittoria e' sicura, ma ci saranno inevitabili perdite. Sei una guerriera nata, ma ti staro' vicino. Non voglio che ti accada niente... ora che ti ho trovata" Lo sguardo di William era cosi' profondo alla luce del falo', lei non riuscì a dire nulla. Si baciarono dolcemente e intensamente come se fosse l'ultima notte al mondo. "Mi sento finalmente vivo qui, con te, io ti amo Leonora. Se sopravviveremo a questa prova, voglio averti accanto a me per sempre!" "Allora ho una ragione in piu' ...per fare a fette Corrado!" scherzo' lei imbarazzata e felice, "ma ora riposiamo, ci attende un giorno di cammino prima della battaglia".
    Tutto ando' come previsto: dopo un giorno di marcia, le avanguardie entrarono nel castello e aprirono le porte. Gli invitati, presi dalla festa non si accorsero di nulla. Molti abitanti del villaggio si unirono agli insorti con armi..poco convenzionali, forconi, badili, ascie, che usavano pero' molto bene, insieme al Duca e al suo seguito.
    Corrado vistosi circondato prese in ostaggio la figlia del Duca e si rifugio' nell'ala piu' alta del maschio, inseguito da William e Leonora che riuscirono a sfondare la porta.
    "State indietro o le taglio la gola!" urlo' e mentre loro si bloccavano il Tiranno riusci' a scagliare un pugnale che colpi' William alla spalla, trapassado l'armatura.
    Fu un attimo. Con il suo solito istinto, ma con un furore nuovo e terribile, Leonora lancio' il suo stiletto. Centro' Corrado in piena fronte, lasciandolo a terra stecchito, senza fare un graffio a Alba, che si accascio a terra piangente, ma illesa.
    Leonora si precipito su William, in preda al panico. Perdeva molto sangue...Keyra, quasi avesse percepito il pericolo, arrivo' di corsa e inizio' subito a curarlo, tirando fuori intrugli vari dalla sua bisaccia.
    "Tranquilla Leo, con le mie cure se la caverà. Non posso rischiare che la nostra eroina perda il suo fidanzato..prima ancora della bevogia di fidanzamento!!".
    Finalmente Leonora poteva concedersi un crollo di tensione. Si sedette a terra, il viso tra le mani...Aveva ucciso degli uomini, avuto rivelazioni incredibili, trovato l'amore e rischiato di perderlo e...si sentiva addosso mille anni, meritava un po' di riposo!
    Ma non ci fu molto riposo. Morto l'odioso Tiranno, uccisi o arresi i suoi crucchi fedeli (molti come previsto avevano prontamente cambiato fronte) i festeggiamenti iniziarono subito.
    Il giorno dopo Fearchar fu proclamato Re dei Quattro Regni, per la gioia di tutti i suoi sudditi. Neilina divenne la legittima Regina del Nord. Il Conte dell'Ovest torno' al suo trono dall'esilio, cosi' che tutti i Regni tornavano as esustere. Tutti gli schiavi furono liberati. Come ringraziamento Rachele e Omar avrebbero ricevuto una casa nuova e ampia, con tante camere da affittare ai viaggiatori, il loro sogno e tutti i nostri amici furono nominati Cavalieri. Sir William divenne Primo Cavaliere del Regno e Leonora comandante delle Guardie Reali con Kalian e Sean suoi luogotenenti.
    Vennero annunciati dieci giorni di festeggiamenti. Nessuno avrebbe lavorato, tutti ospiti del nuovo re. E alla fine dei dieci giorni, ce ne sarebbero stati altri tre per festeggiare due matrimoni: quello di William con Leonora, e quello del sovrano con la nobile Keyra, un tempo contessa di Celalid, sfuggita alle stragi del Nord.
    Scoprire le origini dell'amica fu un'altra sorpresa per Leonora: "E io che ti credevo una strega! l'abito non fa davvero la..fattucchiera!" e scoppio' a ridere mentre accarezzava Ailla. La lupa le si era affezzionata come un cucciolo.
    "Non potevo dirtelo, Leo, ma non cambia nulla della nostra amicizia, anzi, diventeremo parenti...ma promettimi una cosa importante!"
    "Tutto cio' che posso, mia Signora" il tono si fece serio.
    Con uno sbuffo Keyra sposto' uno dei suoi riccioli rossi ribelli: "Continueremo ad usare l'antica lingua dei segni...saro' regina, ma non rinuncero' mai di certo ai nostri giri al mercato e soprattutto...al pettegolezzo!"


    E ORA SIORE E SIORI...IN ARRIVO (VA BEH MI DO UNA MOSSA) UN ALTRO FINALE ...MENO FANTASDALLASTY, OK???

      La data/ora di oggi è Dom Ott 06, 2024 6:44 am