Spinse con forza le coperte, pesanti come gli anni a venire, si libero’ della veste da notte, nascose le sue forme sotto tre strati di lana e annodo’ il fazzoletto al collo. Usci’ dalla casa offrendo con sfrontatezza le gote al vento, batte’ forte i piedi per terra sollevando polvere e sogni, frego’ le mani ancora morbide e soffiando aria dalla bocca genero’ una piccola nuvola che prese a destreggiarsi nell’aria. Guardo’ avanti a se’: ancora avvolte dai bagliori dal mattino, come ogni giorno degli ultimi sedici anni, le torri.
Non era mai riuscita a toccarle , troppo distanti, da lei, dai suoi boschi, dalla sua valle e dalla sua vita. Ma la loro vista l’aveva accompagnata nella crescita , mano nella mano , con il tempo che passava e le sue gambe che si allungavano . Le cime dei noci e dei castagni, nei primi anni, l’avevano protetta dalla consapevolezza di chi da sempre seminava terrore , senza rispettare uomini e stagioni. Ma avevano vinto loro, e avendo avuto riguardo solo per la sua infanzia, si ergevano ancora solide e fiere, incuranti degli sguardi del popolo
Isabella decise che le avrebbe sfidate, ogni mattina, ad ogni risveglio, ignorandole nella giornata, voltando loro la schiena quando lavorava la terra , approfittando anche delle nebbie invernali che l’accoglievano al mattino sulla porta di casa, invitandola in una dimensione surreale dove lei fantasticava di principi e signori, di corti, di balli e di tavole imbandite permettendole anche di giocare a mosca cieca con le querce , di sorridere, di piangere, di urlare, di cantare, senza freni, senza remore, senza paure.
- Isabella !!
Sua madre la richiamo’ come faceva quando era ancora una bambina, perche’ per le madri il tempo non passa, i bambini non crescono, e la pelle non invecchia.
Non era mai riuscita a toccarle , troppo distanti, da lei, dai suoi boschi, dalla sua valle e dalla sua vita. Ma la loro vista l’aveva accompagnata nella crescita , mano nella mano , con il tempo che passava e le sue gambe che si allungavano . Le cime dei noci e dei castagni, nei primi anni, l’avevano protetta dalla consapevolezza di chi da sempre seminava terrore , senza rispettare uomini e stagioni. Ma avevano vinto loro, e avendo avuto riguardo solo per la sua infanzia, si ergevano ancora solide e fiere, incuranti degli sguardi del popolo
Isabella decise che le avrebbe sfidate, ogni mattina, ad ogni risveglio, ignorandole nella giornata, voltando loro la schiena quando lavorava la terra , approfittando anche delle nebbie invernali che l’accoglievano al mattino sulla porta di casa, invitandola in una dimensione surreale dove lei fantasticava di principi e signori, di corti, di balli e di tavole imbandite permettendole anche di giocare a mosca cieca con le querce , di sorridere, di piangere, di urlare, di cantare, senza freni, senza remore, senza paure.
- Isabella !!
Sua madre la richiamo’ come faceva quando era ancora una bambina, perche’ per le madri il tempo non passa, i bambini non crescono, e la pelle non invecchia.
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